Tra #hashtag, followers e retweet anche in Italia impazza la febbre del microblogging
L’eterno dilemma se l’era posto già Nanni Moretti in “Ecce Bombo”: “No, allora non vengo. Che dici vengo? Mi si nota di più se vengo e me ne sto in disparte o se non vengo per niente?“.
Per qualcuno questa riflessione vale anche (e soprattutto) per Twitter: c’è addirittura chi lo odia e si rifiuta di creare un account, chi invece si iscrive però non cambia nemmeno l’iconcina di default e resta silenzioso in attesa (non è inquietante quell’esercito di “ovetti” con zero Tweet?!?), chi non ne capisce il funzionamento e lo usa come una chat, oppure coloro che scrivono frasi criptiche ignorando l’esistenza di #hashtag e followers… Una cosa è certa però, ormai Twitter è una realtà imprescindibile anche in Italia e, volenti e nolenti, bisogna fare i conti con la piattaforma di microblogging più famosa al mondo.
Se non appartenete alla categoria dei detrattori allora, forse, avrete creato il vostro profilo, l’avrete personalizzato con una bella foto, uno sfondo ed un’immagine d’intestazione, avrete compilato la breve Bio, avrete curiosato i profili di attori e cantanti famosi e vi sarete lasciati coinvolgere dal variopinto ed interessantissimo mondo di Twitter. Perché una cosa che è subito lampante in questo universo di cinguettii, una volta entrati e dopo averne compreso i meccanismi di base, difficilmente si può uscirne.
Esserci dunque è importante, non solo per presunti VIP, starlette & Co, ma soprattutto per le aziende che possono sfruttare questa piattaforma per farsi conoscere, raccogliere feedback oppure offrire servizi alla clientela in tutto il mondo. Sicuramente più adatto per la promozione online di alcuni settori (politica, spettacolo, moda, musica, turismo, editoria, ecc.) è uno strumento che non va sottovalutato, ma tenuto in considerazione e sfruttato al meglio approfondendone le caratteristiche e potenzialità.
Qualcuno pensa che 140 caratteri disponibili per un Tweet siano pochi per fare marketing e promozione online, in realtà questa rigidità permette di focalizzarsi meglio sul “succo” del messaggio e non perdersi in inutili “chiacchiere”. Poi l’uso degli hashtag è fondamentale sia per creare “tendenze” (ovvero gli hashtag più utilizzati dagli utenti) che per individuare gli argomenti più in voga e poter partecipare al “trend” del momento e catturare potenziali followers/clienti.
C’è da tenere conto, poi, che si tratta di una piattaforma in continua crescita (ad inizio 2013, si parlava di quasi 4 milioni e mezzo di utenti italiani attivi) apprezzata da diverse tipologie di target: non solo giovani e giovanissimi, ma anche, e soprattutto, professionisti con un alto titolo di studio. E se poi puntate al mercato straniero ecco che i numeri si moltiplicano: nel 2012 ha raggiunto i 500 milioni di iscritti e 200 milioni di utenti attivi che fanno accesso almeno una volta al mese.
C’è chi “cinguetta” per seguire il proprio attore o cantante preferito, chi cerca di farsi conoscere come scrittore o musicista, chi segue la politica nazionale o il calcio, insomma le ragioni per twittare sono diverse e, in qualche modo, sono lo specchio della realtà: un mondo variopinto e affascinante che aspetta solo di essere interpretato!
Volete farvi sfuggire questa opportunità?